Parola e immagine nell'Islam

  • Gianroberto Scarcia

    Docente di Storia religiosa dell’Iran e dell’Asia centrale - Università di Venezia

  • giovedì 02 Maggio 1996 - 17.00
Centro Studi Religiosi

Il tema è impostato e svolto in maniera parallela a quello dell’altra conversazione (“Islam, altro Occidente”), nel senso che s’intende mostrare come non abbia grande plausibilità nessuna delle usuali contrapposizioni tra un Occidente che distingue dimensione laica e dimensione sacra, e un Islam che non le distingue (con le ovvie conseguenze nel campo dell’Arte, sacra e profana), tra un Occidente che ha il senso della storia e un Islam “metafisico”, e così via, lungo il tracciato di una “differenza di mentalità” alla base stessa dei vari fenomeni dello spirito.
Nel contesto della sostanziale omogeneità e comunanza di “tradizioni” nelle espressioni culturali, tuttavia, si pone una questione squisitamente tecnica, e storicamente tale, riguardante la forma di queste espressioni. A una problematica del genere va ricondotto, tra l’altro, anche quel tratto saliente della produzione culturale islamica (per la quale si deve intendere, ovviamente, una produzione medievale a prescindere dall’estensione nel tempo, maggiore o minore, del Medio Evo in questione) che ha fatto parlare di “aniconismo” (e talora addirittura d’iconoclastia) e di “tendenza all”astrazione”.
La tesi è che lo spontaneo rapporto “gerarchico” che si istituisce tra parola e immagine (dove la seconda, apparentemente subordinata alla prima, tende alla tipizzazione e simbolizzazione nell’ambito del discorso) valga a ripristinare il senso storico (e “legale”) della creazione e la sua continuità nel tempo.
Tuttavia, anche la parola tende all’aniconico e al tipico, per cui la questione non si pone come subordinazione del simbolo a una “narrazione”, bensì come modalità d’uso, sempre squisitamente tecniche, del “materiale” dell’espressione e delle sue “naturali” (“legali”) attitudini a rappresentare.
Si tratta in ultima analisi di un continuo interscambio al medesimo livello tra parola e immagine, per cui se l’immagine “isola” momenti e potenzialità della parola, la parola (legge, formula) a sua volta tende, secondo una logica quasi “cristallografica”, a farsi immagine strutturale.

Riferimenti Bibliografici


- SCARCIA G., Il volto di Adamo. Islam: la questione estetica nell'altro Occidente, Venezia, il Cardo, 1995;*
- PIZZO P. (a cura di), Teodoro Abu Qurra. La difesa delle immagini, Milano, Jaca Book, 1996;
- ARKOUN M., Logocentrisme et vérité religieuse dans la pensée islamique, in «Studia Islamica», XXXV-XXXVI, 1, 1972, pp. 5-51;
- CAPEZZONE L., Il velo e l'icona. Riflessioni sull'atteggiamento aniconico islamico, in «Islam, Storia e Civiltà», X, 1991, pp. 73-89.

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.

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