Scienza ed emancipazione

Rivoluzione scientifica e illuminismo nell'Europa moderna

  • venerdì 10 Ottobre 2014 - 17.30
Centro Culturale

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Se già Bacone, nel 1609, interpretando il mito di Daedalus sive mechanicus mostrava di essere assolutamente consapevole che l’uso delle arti meccaniche poteva allo stesso tempo liberare l’uomo dalle fatiche, ma anche distruggerlo, gli illuministi andarono ben oltre nell’indagare la natura profonda e le prospettive che apriva la Rivoluzione scientifica, non a caso subito identificata e studiata come fatto umano, fenomeno storico di capitale importanza nella prospettiva dell’incivilimento. Attraverso i dibattiti di quello straordinario laboratorio della modernità rappresentato dalla cultura europea dell’Illuminismo che mirava a emancipare l’uomo attraverso l’uomo stesso, essi colsero, ad esempio, e con immediatezza, i conflitti politici, sociali e anche epistemologici impliciti nel processo di formazione della nuova figura professionale dello scienziato all’interno di una logica corporativa d’Antico regime fondata sulle gerarchie e sulla disuguaglianza. Nel corso del XVIII secolo venne posto per la prima volta, con limpida chiarezza, il tema cruciale della cosiddetta «demarcazione» tra ciò che doveva ritenersi scienza e ciò che andava invece condannato come ciarlataneria; si contrapposero rappresentazioni e immagini della scienza connesse agli originari ideali utopici dell’uguaglianza delle intelligenze, in una mitica repubblica europea delle scienze, e il potente sistema delle accademie di Stato, dove l’assolutismo celebrava solennemente il matrimonio tra scienziati e principe, tra Veritas et Utilitas (è il motto scelto dalla Reale Accademia delle Scienze di Torino nel 1784); si gettarono le basi per una successiva ristrutturazione delle discipline sulla base di una rigida formazione professionale e corporativa. Se da un lato l’Encyclopédie sancì il trionfo definitivo della Rivoluzione scientifica, delle sue potenzialità emancipatrici e di progresso per cui nel nuovo albero delle conoscenze le scienze naturali furono finalmente collocate prima della teologia e accanto alle altre forme di sapere inventate dall’uomo, dall’altro lato i libri di Rousseau e di Alfieri posero coraggiosamente i primi interrogativi sul nesso esistente tra progresso scientifico e possibile amplificazione delle disuguaglianze e del male sociale, tra il moltiplicarsi inarrestabile delle scoperte e delle innovazioni e la creazione di nuove forme di dominio non più legittimate dal sangue, ma dal talento; indicando la necessità di far intervenire la morale e la politica per annullare gli effetti talvolta negativi del progresso rispetto agli interessi collettivi. Un aspetto specifico, meritevole di essere sottolineato, rimase tuttavia sempre a caratterizzare gli interventi e le meditazioni di Voltaire, di Diderot e di tanti altri philosophes europei a favore delle scienze di ogni tipo, e cioè la consapevolezza della centralità dell’uomo e delle sue facoltà nei processi conoscitivi e quindi del limite, della finitezza del pensiero, della finalità ultima di tutte le indagini. Confondere – come troppe volte è stato fatto – l’umanesimo rinascimentale e quello dei philosophes, l’epistemologia e la rappresentazione della scienza della stagione positivista con quella ben più ricca e contraddittoria del mondo dei Lumi si è rivelato un grave errore storico ormai da evitare. La Rivoluzione scientifica e l’Illuminismo sono due grandiosi fenomeni storici che hanno segnato la storia dell’Occidente e che non vanno mai confusi tra di loro. Benché siano molteplici e tutti decisivi i loro punti di contatto e i reciproci condizionamenti, altrettanto significative restano infatti le loro fondamentali differenze di fondo.

 

(da V. Ferrone, Una scienza per l’uomo. Illuminismo e Rivoluzione scientifica nell’Europa del Settecento, Torino, UTET, 2007, pp. VII-VIII)*

 

Le conferenze del ciclo Progresso saranno trasmesse in diretta web sul sito http://www.fondazionesancarlo.it//

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.

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