Eroismo e décadence

La critica di Nietzsche a Richard Wagner alla luce della cultura francese dell'Ottocento

  • venerdì 09 Marzo 2007 - 17.30
Scuola Alti Studi

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Nietzsche, in una famosa lettera dell’ottobre del 1888 alla Meysenburg, definisce Wagner «un genio della menzogna» e se stesso come il suo opposto: «il genio della verità». Ed è all’altezza di questo radicale contrasto che Nietzsche sente, analizza, viviseziona il caso Wagner esercitando violenza verso quella parte di sé che conservava un inconsolabile rimpianto per l’amicizia perduta. (…) Non è quindi sul piano dei rapporti umani o «personali» che deve essere ricercato il significato dell’allontanamento di Nietzsche: Umano, troppo umano segna il faticoso recupero (contro il fascino stesso della musica di Wagner) di una prospettiva radicalmente antimitica e terrestre nella volontà di liberazione da vie prefissate. I diari di Cosima offrono una documentazione di quanto dolore – fino all’ossessione che tornava anche nel sogno – costasse anche a Wagner l’abbandono, il «tradimento» del giovane amico e come la scelta di Nietzsche di pulizia razionale e di critica potesse apparire, secondo le parole di Schuré, nihilisme écoeurant, primato di una conoscenza storica che si rovesciava in scetticismo e fine di ogni «venerazione». (…) Si fraintende la critica a Wagner dell’ultimo Nietzsche se non se ne coglie, insieme, il carattere di impietosa autocritica, di puntiglioso rovesciamento dei presupposti metafisici della fase de La nascita della tragedia. (…) Descrivendo il tema centrale della metafisica dell’artista – già nel 1870-71 – Nietzsche sottolineava la necessità di svelarne il processo fisiologico. (…) Non a caso il tema dell’attore viene ripreso in funzione antiwagneriana nella grande fase di distacco critico rappresentata da Umano, troppo umano, con l’analisi dei meccanismi genetici e fisiologici che stanno alla base del «miracolo» dell’opera d’arte, nella presunta immediatezza dello stato onirico, appagante, del desiderio. Se ora per Nietzsche il compito antiwagneriano è quello di mostrare le macchine e il lavoro che sostengono l’illusione di una «miracolosa istantaneità della nascita», un veicolo è certo l’analisi dell’arte della rappresentazione.

(G. Campioni, Sulla strada di Nietzsche, Pisa, ETS, 1993, pp. 199-200, 203, 206-07*)

Riferimenti Bibliografici

- G. Campioni, Les lectures françaises de Nietzsche, Parigi, PUF, 2001; - G. Campioni (con S. Barbera), Il genio tiranno. Ragione e dominio nell'ideologia dell'Ottocento: Wagner, Nietzsche, Renan, Milano, Franco Angeli, 1983; - C. Gentili, Nietzsche, Bologna, il Mulino, 2001.*

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.

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