Tra esodo e diaspora

La questione dell'ospitalità nella storia dell'ebraismo

  • Mauro Perani

    Professore di Ebraico - Università di Bologna

  • martedì 11 Novembre 2014 - 17.30
Centro Studi Religiosi

Audio integrale

Secondo una forte affermazione della Bibbia ebraica, la terra appartiene a Dio che ne è il possessore e la dà a chi vuole. Prima l’aveva data ad altri popoli, ma essendosi essi macchiati di gravi colpe, Dio gliel’ha tolta. Anche a Israele Dio dona la Terra come dono di nozze della sua alleanza con il popolo che egli ha liberato dalla schiavitù facendone un popolo libero che ha accettato di portare su di sé il giogo della Torah. Tuttavia, se il popolo d’Israele  non osserverà le clausole del patto non osservando i precetti e profanando i sabati, la terra lo vomiterà e sarà da essa cacciato. Questa visione teologica connota il risiedere degli ebrei nella terra come una ospitalità da parte di Dio che ne è il possessore. Del resto gli ebrei furono schiavi in Egitto e in esso stranieri, motivo per cui anche dopo l’insediamento nella terra stillante latte e miele, essi sono invitati dalla Bibbia a non dimenticare ma ricordare bene la loro situazione iniziale e, proprio per questo, essere ospitali ed accogliere lo straniero. Israele fu di nuovo esule in terra straniera con l’esilio babilonese del 586 a.e.v., e di nuovo per quasi due millenni nelle terre della diaspora seguita alla distruzione di Gerusalemme del 70 e.v. L’ospitalità passiva è divenuta per il popolo ebraico una condizione strutturale della sua galùt (esilio) per molti secoli, avendo interpretato la perdita della terra come castigo di Dio per la sua infedeltà all’alleanza; condizione che ha tenuto viva una ospitalità attiva verso lo straniero da parte di un popolo vissuto per tempi lunghissimi in terra straniera. L’ospitalità nell’ebraismo si colloca, dunque, tra esodo e diaspora, e nasce anche dal fatto che, senza saperlo, qualcuno accogliendo un ospite ha ospitato Dio, come avvenne ad Abramo presso le querce di Mamre quando accolse i tre angeli che gli annunciarono il prossimo figlio che Sara gli avrebbe partorito (Gen 18,1-15).

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.

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