L’uomo selvatico
Racconterò storie dell’uomo selvatico – se le sapete già fate finta di niente. L’uomo selvatico è uno che abita nelle selve – il contrario dell’uomo cittadino. Da Humbata al dio Sylvanus a King Kong al Gorilla Quadrumàno è tutto un andare e venire fra foreste poemi film e università. È tutto un travestirsi per andare a trovarlo, da cacciatori, da esploratori, da antropologi, da turisti. Quella volta che hanno cominciato a bruciare e tagliare i boschi per fare pascoli e campi, là è cominciato il senso di colpa verso la foresta e tutto ciò che è selvatico – con riti d’esplorazione e nostalgia, e figli dei selvaticidi che si travestono da WWF, da tibetani, da indiani, da boy-scout, da missionari, da guerriglieri delle Ande e del Chiapas. L’uomo selvatico è sogno e mito dell’uomo civilizzato – contro la perdita della naturalezza. E magari la perdita dell’ambiente – non si sa mai.
Ma l’uomo selvatico è anche, come lo racconta Ferdinando Neri in un saggio del 1908, un personaggio ben testimoniato in certe aree soprattutto alpine – e altrove. Io lo onoro – come si onorano le fate.
Giuliano Scabia, febbraio 2004