In quattro appuntamenti (venerdì 10 ottobre, venerdì 31 ottobre, venerdì 14 novembre e venerdì 28 novembre), il ciclo “Il Suono al Macroscopio” intende esplorare la natura generativa del suono, la sua capacità di attraversare le epoche storiche e le sue molteplici connessioni con le altre arti: la danza, il teatro e le arti visive.
Il ciclo si inserisce nel programma di “Elettrobiblioteca”, un progetto originale che esplora e rinnova i patrimoni musicali antichi nel contemporaneo, a cura della Fondazione Collegio San Carlo e della Fondazione Ago Modena Fabbriche Culturali. Il ciclo rientra, inoltre, nel programma delle Celebrazioni dei 400 anni della Fondazione Collegio San Carlo, realizzato con il sostegno di Unicredit e di Fondazione di Modena.
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Attraverso performance inedite, casi di studio, testimonianze, ascolti e un concerto, il ciclo presenta esperienze e progetti di valorizzazione contemporanea dei patrimoni musicali antichi, a partire dall’archivio musicale della Fondazione Collegio San Carlo.
Ospiti degli incontri sono coreografi, danzatori, registi, ricercatori e musicologi, artisti, critici, musicisti e producer attivi sulla scena nazionale e internazionale, chiamati a raccontare, in dialoghi ed eventi performativi, come la memoria custodita nelle eredità culturali e musicali possa divenire fonte di ispirazione per nuove interpretazioni e forza generatrice di originali esperienze artistiche.
Il terzo appuntamento, sul tema “L’Eco del Suono: la musica e la tecnologia”, in programma venerdì 14 novembre alle ore 21 presso il Teatro della Fondazione Collegio San Carlo, vedrà il dialogo tra Luca Longobardi, musicista, producer e multi-media artist, e Luca Roccatagliati (DJ Rocca), musicista e producer.
Il Rework o Recomposed rappresenta oggi una delle pratiche più fertili nel dialogo tra tradizione e contemporaneità. Lungi dall’essere un semplice esercizio di arrangiamento o di trascrizione, esso si configura come un atto critico e poetico capace di ripensare il repertorio storico alla luce dei linguaggi tecnologici e delle estetiche del presente. Attraverso un processo di scomposizione e ricomposizione, l’opera originale viene analizzata nelle sue strutture profonde — armoniche, timbriche e narrative — per poi essere reinterpretata in un nuovo contesto immersivo, in cui suono, immagine, spazio e luce concorrono alla costruzione di un’esperienza percettiva integrata.
Questa metodologia non si limita a “modernizzare” il materiale musicale, ma ne indaga il potenziale simbolico e sensoriale, proiettandolo oltre i confini della concertistica tradizionale. L’uso di strumenti digitali, tecniche di sound design, sonificazione e manipolazione interattiva permette di amplificare la portata emotiva dei classici, restituendo loro una risonanza attuale e universale. In tal modo, il rework multimediale si afferma come una forma di ricerca artistica autonoma, capace di instaurare un dialogo vivo con il patrimonio culturale, trasformandolo in materia dinamica e generativa per le estetiche del futuro.
Attraverso il dialogo tra Luca Longobardi, pianista e compositore, e DJ Rocca, musicista e produttore, accompagnato da alcuni ascolti, il talk intende presentare e approfondire esperienze di valorizzazione di patrimoni musicali antichi tramite il rework, a partire dal peculiare percorso artistico di Longobardi.
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti
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Il quarto incontro dal titolo “La Forma del Suono: la musica e le arti visive” è in programma venerdì 28 novembre alle ore 20.30 presso la Fondazione Collegio San Carlo e vedrà infine protagonisti l’artista Christian Fogarolli e la curatrice e storica dell’arte Giulia Colletti in dialogo con Lorenzo Respi (Fondazione Ago Modena Fabbriche Culturali) e Gabriele Pollastri (Fondazione Collegio San Carlo).
Che suono ha la nostra mente? In un’epoca in cui Internet è un’architettura di piattaforme che filtra, amplifica e ridistribuisce ogni segnale, cambia anche il nostro modo di pensare al suono. Non lo percepiamo più soltanto come vibrazione acustica nell’aria. Esso si inscrive in ritmi interiori e lascia tracce nei nostri processi cognitivi.
Tecnologie emergenti, dalle intelligenze artificiali che leggono i pattern comportamentali alle risonanze magnetiche funzionali (fMRI) che misurano variazioni del flusso sanguigno, diventano strumenti per intercettare queste oscillazioni invisibili. Le fMRI, in particolare, producono immagini dei processi neuronali attivati da stimoli sensoriali o emozionali. Si tratta di mappe che sono già partiture di una “musica” solo apparentemente silenziosa.
Su questa soglia lavora Christian Fogarolli, che trasforma i dati cerebrali in esperienze visive e sonore, derivate da stati psichici o nuove tecnologie. Il suo lavoro restituisce i paesaggi sonori invisibili generati dal sovraccarico cognitivo delle notifiche e degli schermi, sinfonie che non possiamo udire, ma guardare.
Il talk diventa un attraversamento di questi territori, un invito a percepire il suono come campo multisensoriale, in cui memoria e misura si intrecciano con linguaggi artistici, e tecnologia e immaginazione si contaminano.
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Il talk sarà preceduto alle ore 20.30 dall’inaugurazione della mostra Nati Sotto Minerva, allestita nel piano nobile del palazzo della Fondazione Collegio San Carlo. La mostra intende portare all’attenzione del pubblico i documenti, e le fonti storico-archivistiche ad essi collegati, alla base della nascita del progetto Elettrobiblioteca: i manoscritti musicali conservati nell’Archivio della Fondazione San Carlo, che testimoniano la formazione artistica – tra studio, musica, danza e teatro – seguita anticamente dai giovani allievi del Collegio dei Nobili di Modena.
La mostra è a cura della Fondazione Collegio San Carlo e della Fondazione Ago Modena Fabbriche Culturali, ed è realizzata, come il progetto Elettrobiblioteca, grazie al sostegno di Fondazione di Modena. L’iniziativa rientra inoltre nella programmazione in occasione delle Celebrazioni del 400° Anniversario della Fondazione Collegio San Carlo, realizzata con il sostegno di Unicredit e di Fondazione di Modena.
Il primo appuntamento della programmazione si è svolto venerdì 10 ottobre alle ore 21 con la performance originale e site-specific “Il Movimento del suono. Memoria-misura”, a cura del coreografo e regista Luca Veggetti, attivo a livello internazionale, che si è tenuta nella Sala dei Cardinali della Fondazione Collegio San Carlo. La performance è stata realizzata grazie alla collaborazione con il musicista e compositore Paolo Aralla e con la danzatrice Paola Bedoni.
La Sala dei Cardinali della Fondazione Collegio San Carlo è stata a lungo, tra il XVII e il XIX secolo, il palcoscenico delle Accademie, eventi nei quali il luogo e il tempo erano avvolti dalla musica, culmine delle attività formative degli allievi dell’antico Collegio San Carlo, chiamati ad esprimersi attraverso le parole, la musica e la danza.
Ancora oggi nella Sala dei Cardinali i fili immaginari che connettono passato e presente si intersecano in una fitta rete di relazioni, tra affreschi e decorazioni barocche. In dialogo con la Sala, la performance “Memoria-Misura” esplora, attraverso la figura di una singola danzatrice, uno spettro di possibili rapporti tra movimento, suono, danza e musica, toccando le corde dell’espressione umana.
Il secondo appuntamento, dedicato al tema “La Riscoperta del Suono: la musica d’archivio”, si terrà venerdì 31 ottobre e si aprirà alle ore 18, presso la Sala Demontis della Fondazione Collegio San Carlo, con il seminario dal titolo “Educare con arte: teatro, musica e danza nei collegi nobiliari in età moderna. Roma e Gerusalemme: due poli dell’immaginario cristiano tra palco e formazione”. In occasione del seminario interverranno Chiara Albonico (Archivio storico della Fondazione Collegio San Carlo), Matteo Al Kalak (Università di Modena e Reggio Emilia), Rosa Cafiero (Università Cattolica del Sacro Cuore) e Stefano Aresi (Stile Galante ((Alkmaar)).
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Il seminario sarà seguito alle ore 21, presso il Teatro della Fondazione Collegio San Carlo, dal concerto “Tragedie Cristiane. Un esperimento teatrale del 1729”, a cura dell’ensemble Stile Galante (Alkmaar).
Musiche di Tommaso Carapella, Francesco Feo, Leonardo Leo, Francesco Mancini
Francesca Cassinari, soprano
Anastasia Terranova, soprano
Valeria La Grotta, soprano
Barbara Altobello, violino
Rossella Borsoni, violino
Andrea Friggi, clavicembalo
Stefano Aresi, direttore artistico e narratore
Le Tragedie Cristiane del nobile napoletano Annibale Marchese (1686-1753), pubblicate nel 1729, costituiscono uno dei progetti teatrali più ambiziosi e originali del Settecento. Non si tratta di libretti d’opera, ma di veri e propri drammi in cinque atti destinati alla recitazione, concepiti come un nuovo modello di “tragedia cristiana”, ispirato agli esempi francesi e insieme radicato nella tradizione del teatro educativo gesuitico praticato nei collegi per i giovani aristocratici. In quel contesto, le rappresentazioni combinavano declamazione, danza, scherma e musica, con una funzione insieme morale e formativa. Marchese affidò la componente musicale delle sue tragedie ad alcuni dei massimi compositori del tempo – Nicola Porpora, Leonardo Vinci, Leonardo Leo, Johann Adolf Hasse, Domenico Natale Sarro, Francesco Durante, Francesco Mancini, Nicola Fago – che misero in musica i cori collocati alla fine di ciascun atto nella forma di arie solistiche per voce e basso continuo. Accanto a queste arie, le esecuzioni comprendevano probabilmente altri interventi musicali, come fanfare di trombe e danze, frammenti dei quali sono oggi conservati in manoscritti gesuitici. Nella fusione di dramma, musica e spettacolo prende forma un universo teatrale in cui l’arte non cercava soltanto l’intrattenimento, ma aspirava ad educare lo spettatore elevandone il gusto estetico.
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L’appuntamento è realizzato in collaborazione con JERUS-IT-ARTS (Università di Modena e Reggio Emilia), con Stile Galante (Alkmaar) e con la casa editrice Passacaille.
