Racconti da luoghi di follia

VivaVoce 2008

Serate di lettura, marzo - aprile 2008


Da tempo la follia non circola più allo stato libero, ma la si può trovare abbondantemente descritta  dentro il recinto della letteratura dove lo sragionare è consentito e anzi pare non faccia difetto. In mancanza di tesi convincenti sul suo insorgere, negli scritti letterari la follia  sembra immaginata come effetto di luoghi speciali, dalle cui proprietà intrinseche discende tutto il carattere per così dire avventuroso di questa o quella pazzia.
I deserti, per esempio, senza confini come sono e anzi inclini a svaporare nell'orizzonte incerto del miraggio, producono eccellenti visioni di questo e quell'altro mondo, in particolare dei duelli col demonio,  tentatore instancabile dei santi in eremitaggio.
Alienati e mentecatti sono però più spesso corredo di luoghi chiusi – case di salute, asili, manicomi pubblici o privati, stabilimenti di cura, ospizi, galere insomma – che hanno in sé il carattere distopico della rovina e lo trasmettono ai loro pazzi rispettivi.
Sono luoghi fuori mano, un poco boschivi, come il fantastico castello di Edgar Poe, mezzo diruto ma con un'ottima cantina – dove un'allegra brigata di mattacchioni mette in opera il metodo di cura degli esimi professori Catrame e Piuma. Più spesso sono luoghi appena abitabili, che si segnalano in lontananza per il grande puzzo e per l'aria di squallore e di dannazione: così nel padiglione del Reparto 6 di Cechov, circondato da cardi e ortiche, finiscono vite depresse  e abbandonate, ancora capaci di rigoglio filosofico, ma ormai tossico e non commestibile.
Si tratta in tutti i casi di luoghi molto bene organizzati, con direttori e custodi animati da uno zelo coerente e da intenzioni socialmente accreditate, ma che però funzionano all'incontrario: o perché impazzisce il dottore o perchè impazzisce la macchina, come nella Colonia penale di Kafka. Qui allora non c'è più tanto da ridere, perché questi luoghi di finzione somigliano molto ai manicomi veri, dove i matti vengono rinchiusi e basta, e non c'è più modo di sentire le loro ragioni, quando ne hanno.  Come accade al povero signor Quadrato di Flatlandia  che ha avuto la visione della Sfera e insiste che il mondo ha tre dimensioni e forse anche di più, ma viene per questo internato e zittito.
Si noti che i pazzi della letteratura non sono quasi mai degli sciocchi: c'è una logica nei loro deliri e persino dello studio, quasi fossero effetti di una patologia da biblioteca. E' il caso nobilissimo di Don Chisciotte, Cavaliere della triste figura, il cui senno perduto appresso ai libri viene recuperato, per fortuna del lettore, solo all'ultima pagina. Quanto basta  perché il pubblico di VivaVoce riconosca che è la letteratura lo spazio ideale della miglior follia.

Riepilogo

Anno accademico
Tema
  • Racconti da luoghi di follia
Periodo
Informazioni e contatti

L'INGRESSO E' GRATUITO
Gli incontri si terranno nel Teatro della Fondazione San Carlo, via San Carlo 5.

A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione.
La rassegna gode dell'accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola (DM 18 luglio 2005) e, nei limiti della normativa vigente, prevede l'esonero dal servizio per i partecipanti

Per informazioni:

Fondazione Collegio San Carlo 059 421210
http://www.fondazionesancarlo.it/
info@fondazionesancarlo.it
Emilia Romagna Teatro Fondazione 059 2136020
http://www.emiliaromagnateatro.com/
info@emiliaromagnateatro.com

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