Elogio della segretezza

  • venerdì 06 Ottobre 2000 - 17,30
Centro Culturale

Senza segretezza non esiste alcuna possibilità di affermazione dell’individualità e senza di questa non vi è possibilità di relazione con l’altro. Ma l’affermazione della propria individualità che ha bisogno di autonomia, di confini che separino l’Io dal Tu e quindi di spazi di segretezza in cui l’identità liberamente si produce e riproduce. Questi spazi necessari di segretezza non solo mutano a seconda delle diverse culture e delle diverse formazioni storico-sociali, ma mutano incessantemente anche nell’esperienza individuale. Se consideriamo, sulla scia di Georg Simmel, che ogni individualità si circonda di una sfera ideale impenetrabile all’altro, è pur vero che anche i confini di questa sfera si spostano. Tramite il segreto ognuno amplia la propria vita al di là dell’hic et nunc, ognuno afferma l’essere per sé contemporaneamente all’essere con l’altro. Il segreto, la segretezza offrono la possibilità di un mondo oltre quello delle apparenze e delle trasparenze.

Attraverso la lettura-interpretazione del segreto molte cose possono essere apprese sulla cultura di una società, sulla sua organizzazione del potere e sulle forme e regole delle interazioni e delle relazioni. Ogni società stabilisce le sue zone di segretezza e ciò che va tenuto segreto. Ed è in base a queste zone che prendono forma non solo i rapporti tra pubblico e privato, ma il loro stesso riprodursi reciproco. Così i rapporti di dominio sono anch’essi regolati dalle specifiche forme dei segreti. Con la modernità si afferma il diritto alla discrezione e la legittimità della segretezza per tutto ciò che riguarda la sfera privata. Contemporaneamente cade la pretesa della segretezza per ciò che invece riguarda la sfera pubblica. Si può dunque affermare che mentre ciò che è pubblico diviene per diritto comune ed accesibile a tutti, almeno in linea di principio, sempre meno conosciamo e siamo autorizzati a conoscere della vita privata dei nostri vicini, colleghi e amici. Il segreto, indipendemente dai suoi contenuti è una forma di potere per il solo fatto di includere alcuni ed escludere altri. È la forma della segretezza a dotare di valore il segreto e non il suo contenuto. È il possesso di una conoscenza a cui altri devono rinunciare a fondare il potere del segreto. Ma condividere un segreto è anche uno dei modi di creare e rafforzare legami interpersonali e legami sociali. È attraverso la condivisione di segreti infatti che si costruisce il Noi.

Riferimenti Bibliografici


- H. Arendt, Vita activa, Milano 1989.*
- M. Ciambelli et al. (a cura di), Il segreto e la psicoanalisi, Napoli 1996.*
- E. Goffman, La vita quotidiana come rappresentazione, Bologna 1969.*
- E. Goffman, Modelli di interazione, Bologna 1971.*
- E. Goffman, Espressione e identità, Milano 1979.*
- J.N. Shklar, Vizi comuni, Bologna 1986.
- G. Simmel, Sociologia, Milano 1989.*
- J. Tanizaki, La chiave, Milano 2000.

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.

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