I processi mentali e la conoscenza

Dall'etologia alle neuroscienze

  • venerdì 22 Marzo 2013 - 17.30
Centro Culturale

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Konrad Lorenz sosteneva che la vita può essere descritta come un «processo di conoscenza». L’adattamento biologico degli organismi è infatti analogo al costituirsi di un’immagine dell’ambiente, ovverosia all’acquisizione di informazioni relative all’ambiente. Ciò che ha dato buona prova di sé con sufficiente frequenza entra a far parte del programma genetico e va a costituire un manuale di comportamento per tutti gli individui della specie. Su una scala temporale più breve, però, la vita può essere descritta come un processo conoscitivo anche a livello del singolo individuo. Le informazioni che vengono immagazzinate nel sistema nervoso a seguito delle esperienze che ciascun organismo compie interagendo con il proprio ambiente determinano quel genere di modificazione adattativa e più o meno permanente del comportamento che siamo soliti chiamare «apprendimento». Naturalmente non tutte le modificazioni adattative del comportamento debbono essere considerate un apprendimento. L’espressione «più o meno permanente» serve a escludere quelle modificazioni che possono risultare da fenomeni come la fatica o l’adattamento sensoriale, mentre l’espressione «a seguito dell’esperienza» serve a escludere quelle che possono risultare dalla maturazione, da una malattia o da altro danno fisico (altrimenti dovremmo considerare la formazione di tessuto cicatriziale come una genuina forma di memoria). Non sempre, però, quel che si impara si traduce immediatamente in una modificazione del comportamento. A volte l’apprendimento può rimanere in uno stato «latente» per quel che riguarda le sue manifestazioni comportamentali. È quindi opportuno considerare come apprendimento anche le modificazioni nella potenzialità di reagire e di comportarsi: tutto ciò che chiamiamo comunemente la conoscenza di un organismo. Tale conoscenza può essere pensata come un modello dell’ambiente, strutturato e codificato in rappresentazioni interne nel sistema nervoso le quali dirigono il comportamento. Potremmo quindi definire l’apprendimento come il processo di generazione e modificazione di rappresentazioni interne durevoli (da qualche secondo a una vita) ottenute sulla base dell’esperienza.

(da G. Vallortigara, Altre menti. Lo studio comparato della cognizione animale, Bologna, il Mulino, 2000, pp. 57-58)*

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