Islam

Teologia e illuminismo

  • venerdì 14 Febbraio 2003 - 17,30
Scuola Alti Studi

La percezione europea del mondo islamico rimane tuttora ancorata a concezioni coloniali. Da un lato l’Europa non ha voluto o potuto vedere nel mondo islamico un universo altrettanto laico del proprio: l’orizzonte di percezione del laicismo terminava in realtà ai confini stabiliti dall’identità europea. Dall’altro l’Europa, non foss’altro che per conservare la propria unicità, ha sempre descritto i mondi islamici (ma anche altri) con gl strumenti della diacronia: si supponeva, cioè, l’esistenza di una condizione islamica creata nel periodo della Rivelazione e si esaminava la storia unicamente per stabilire in quale misura essa l’avesse portata a discostarsi dalle norme dell’antico Islam. Uno dei tratti salienti della situazione coloniale è costituito dal fatto che nel mondo musulmano l’interpretazione europea della storia islamica è stata istituzionalizzata e recepita come parte del discorso europeo. A questo aspetto possiamo far risalire la nascita del cosiddetto fondamentalismo islamico. Dal momento che ogni storia relativa all’emancipazione dell’uomo era giudicata un’emanazione dell’identità europea, agli intellettuali islamici restava soltanto, per spiegarsi l’effettiva condizione di autoliberazione in cui vivevano, la retrospettiva storica: si procedette a fare dell’Islam, nella sua forma originaria idealizzata, un contrappeso all’identità europea, poiché l’uso di un codice culturale europeo da parte di non europei era logicamente stigmatizzato come occidentalizzazione se non, addirittura, come alienazione. (…) Per rendere giustizia al principio della traducibilità delle culture, bisognerebbe innanzitutto provare a cogliere la storia islamica moderna attraverso le categorie che finora sono state a un tempo monopolio dell’Europa e fondamento dell’identità europea. Se questa revisione desse luogo a una ricostruzione storica credibile e fondatrice di senso, fedele al corso degli eventi, allora sarebbe possibile cogliere la natura poliglotta della modernità e assegnare così anche al mondo islamico un proprio posto nella storia dell’età moderna. Al tempo stesso emergerebbe che quello europeo è solo uno dei tanti dialetti culturali della modernità.

(da R. Schulze, Il mondo musulmano nel XX secolo. Politica e società civile, Milano, 1998, pp. 12-13, 14).

Riferimenti Bibliografici

- S. Armando, Islam and the Political Discourse of Modernity, Reading, 1997;
- A. al-Azmeh, Islams and Modernities, second edition, London, 1996;
- K. Hafez (a cura di), The Islamic World and the West, Leiden, 2000;
- R. Schulze, Il mondo musulmano nel XX secolo, Milano, 1998.*

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

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