L'Anticristo, incubo dell'Occidente

  • Jean-Robert Armogathe

    Directeur d’études di Storia delle idee religiose e scientifiche nell’Europa - Ecole Pratique des Hautes Etudes, Paris

  • lunedì 22 Maggio 2006 - 17.30
Scuola Alti Studi

Nell’abbondante bestiario che le apocalissi bibliche hanno fornito all’immaginario moderno, l’Anticristo non recita la parte di un semplice figurante. La sua presenza è inquietante perchè egli è presentato come una persona. Non si tratta soltanto di una forza delle tenebre, un semplice sostituto del Male, un’eco confusa, il rumore di fondo della colpa originaria: possiede invece dei tratti personali. Non si tratta neanche di un qualsiasi demone, giacché si presenta come una persona umana dotata di poteri eccezionali; la sua malvagità che sa di zolfo è tanto più orribile in quanto egli è un uomo vero e proprio. Tale autentica umanità è probabilmente il tratto più spaventoso dell’Anticristo: se la salvezza degli uomini è assicurata dall’Incarnazione di Dio nell’umanità, come non temere il peggio da questo Male incarnato, da questo figlio dell’Ingannatore che si è stabilito nella nostra carne? Quest’uomo viene identificato come l’avversario personale del Cristo. Ora, per i cristiani, il Messia è l’Incarnazione di Dio. Questa identità non è stata accolta senza ampie costruzioni concettuali, organizzate da un insegnamento dottrinale complesso che si è costituito nei concili dei primi secoli. La riflessione sul Dio-Uomo ha prodotto una teologia delicata, che fa coesistere nell’unione ‘ipostatica’, senza confusione né separazione, le due nature, umana e divina, per costruire un solo e unico individuo. Come può questo individuo, Messia Figlio di Dio, essere affrontato da una creatura? Il Messia non è un angelo divenuto uomo, giacché è al di sopra degli angeli. Ma l’Anticristo sarebbe allora un ‘angelo malvagio’ particolarmente eccezionale, al punto da potersi opporre al Messia e rappresentare un ostacolo o almeno un avversario per colui che scaccia i demoni e comanda sugli Inferi?
Il potere e il ruolo dell’Anticristo pongono delle questioni delicate alla teologia; ma ancora più delicata è la riflessione sul comportamento dell’Anticristo che non è soltanto un avversario del Cristo. È infatti usurpando la sua identità che egli si oppone al Cristo.
(J.-R. Armogathe, L’Anticristo nell’età moderna. Esegesi e politica, Firenze, Le Monnier, 2004, pp. 1-2)*

La lezione sarà tenuta in lingua italiana

Riferimenti Bibliografici

- N. Cohn, I fanatici dell’Apocalisse, Torino, Comunità, 2000;*
- C. Hill, L’Anticristo nel Seicento inglese, Milano, il Saggiatore, 1990;*
- G.L. Potestà - M. Rizzi (a cura di), L’Anticristo, vol. I: Il nemico dei tempi finali, Milano, Mondadori, 2005.*

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.

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