legge Ryszard Kapuscinski

VivaVoce

“E’ sbagliato scrivere di qualcuno senza averne condiviso almeno un po’ la vita”.
Con questa idea in testa Ryszard Kapuscinski, “reporter missionario”, uno dei più grandi dei nostri tempi, nel 1958 è arrivato in Ghana dalla Polonia e ha scelto di vivere nei villaggi più poveri per raccontare dall’interno la nascita dell’indipendenza africana. Ha conosciuto il rischio della trincea e la siccità del deserto, la malattia tropicale e la miseria crudele delle bidonville, tarantolato dal desiderio di capire una terra sofferente e straniera, di “sentire” gli altri. In un mondo lanciato a velocità centrifuga disperata, Kapuscinski sceglie di viaggiare a ritroso, controcorrente, di risalire il flusso delle informazioni alla ricerca del senso reale delle cose. E, dando voce al passato, ci mostra come le questioni più importanti possano spesso essere illuminate da piccole storie laterali, che nessuno conosce. Il Negus (1983), Imperium (1994), Lapidarium (1997), Ebano (2000), sono riflessioni, reportage, analisi politico-economiche che si riallacciano ad una pratica ormai dimenticata di giornalismo vissuto in prima persona e ci restituiscono il vivido mosaico di un mondo carico di un’inquieta e violenta elettricità. Che ci catapulta, nostro malgrado, in quei luoghi, lungo strade deserte e collinari, fuori dalle tappe obbligate e dai percorsi ufficiali. Succede grazie alle pagine quasi visionarie di un mite avventuriero che da 40 anni viaggia per i paesi del Terzo Mondo, mescolandosi inosservato a cose e persone e ripetendo a se stesso, e a chiunque voglia ascoltarlo, che “per fare del buon giornalismo, bisogna essere innanzitutto degli uomini buoni”.

L’incontro con Marco Paolini si terrà presso la Chiesa Auditorium San Carlo

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