Peccati contro la fiducia

La dimensione teologica dell'infidelitas nel cristianesimo medievale

  • Silvana Vecchio

    Docente di Storia della filosofia medievale - Università di Ferrara

  • venerdì 26 Novembre 2004 - 17.30
Centro Culturale

Audio integrale

Nelle diverse classificazioni dei peccati messe a punto dai teologi e dai moralisti medievali il peccato di infidelitas costituisce spesso un nodo problematico. Assente dallo schema più diffuso, quello dei sette vizi capitali, l’infidelitas compare a tratti in altre classificazioni (vizi contrapposti alle virtù, peccati contro Dio, contro il prossimo e contro se stessi, peccati che infrangono i comandamenti), ma tende a confondersi con altri peccati quali eresia o idolatria. Questa difficoltà di classificazione sottintende un ben più grave problema di definizione dell’infidelitas e del suo statuto morale. Cosa si intende infatti propriamente per “mancanza di fede”, e come è possibile definire in relazione al contesto storico medievale la figura dell’infedele? La riflessione teologico-morale di Abelardo può essere considerata una sorta di laboratorio in cui si sperimentano le diverse risposte a tali interrogativi: il paradosso dei crocifissori di Cristo, infedeli ma non peccatori, segnala una spaccatura tra etica e teologia e impone una ridiscussione sia del concetto di peccato, sia della nozione stessa di fede. In effetti il dibattito sulla natura della fede che attraversa i secoli XII e XIII rende ragione delle oscillazioni sul problema dell’infidelitas (assimilata ora al peccato di ignoranza, ora alle colpe più gravi come eresia o odio di Dio) e spiega i meccanismi di inclusione ed esclusione di diversi gruppi sociali (pagani, musulmani, ebrei, eretici) nella categoria degli infedeli.

Riferimenti Bibliografici

- AA.VV., Faire Croire. Modalités de la diffusion et de la réception des messages religieux du XIIe au XVe siècle, Roma, Ecole Française de Rome, 1981; - A. Boureau, Fede, in Dizionario dell’Occidente Medievale, a cura di J. Le Goff e J.-C. Schmitt, Torino, Einaudi, 2003, vol. I, pp. 398-409;* - C. Casagrande e S. Vecchio, La classificazione dei peccati tra settenario dei vizi e decalogo, in «Documenti e studi sulla tradizione filosofica medievale», V, 1994, pp. 331-395; - S. Harent, Infidèles, in Dictionnaire de théologie catholique, Paris, Letouzey et Ané, 1927, vol. VII.2, coll. 1726-1930; - J. Wirth, La naissance du concept de croyance (XIIe-XVIIe siècle), in «Bibliothèque de l’Humanisme et Renaissance», XLV, 1983, pp. 7-58.

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.

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