Il segreto della creazione

Simbolismo mistico e potere della parola nella Qabbalah

  • Giulio Busi

    Direttore del Dipartimento di Studi ebraici - Freie Universität Berlin

  • martedì 23 Ottobre 2012 - 17.30
Centro Studi Religiosi

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In una scuola rabbinica si discute animatamente sulla distanza che separa l’uomo dal Creatore. Per capire quanto la sapienza divina sia avvolta nel proprio mistero, il rabbi invita a guardare un disegno sul muro: «Gli uomini possono tracciare una forma su di una parete ma non sono in grado di infonderle spirito e anima, eppure ciò non vale per il Santo, sia Egli benedetto, che disegna una forma entro l’altra e vi infonde poi spirito e anima; perciò si può ben dire che non vi sia un disegnatore pari al nostro Dio». In questo breve apologo talmudico risuona l’antica polemica dei profeti contro le immagini, imitazioni inerti della realtà vivente. Ma c’è qualcosa di più. A stupire il rabbi sono infatti la complessità e raffinatezza del grafismo divino. Quello sbocciare di forme entro altre forme, che rivela la sapienza di un artista inarrivabile. Il «disegnatore» è uno degli epiteti più penetranti che la tradizione abbia attribuito al Dio d’Israele. […] Il tema del Creatore che traccia le linee del mondo è ricorrente nell’esegesi giudaica e ha ispirato pensatori e mistici ebrei dall’epoca tardoantica fino nel pieno dei tempi moderni. È venuto così alla luce un legame profondo tra certe concezioni di età ellenistica e il più tardo sviluppo del misticismo ebraico. Una comunanza di motivi e un’eco di spunti concettuali, di cui la storia del pensiero non ha saputo, fino a oggi, tener conto. […]
Le prime nozioni di una dottrina del grafismo divino risalgono al giudaismo alessandrino d’età ellenistica, e nascono dall’incontro tra filosofia greca e racconto biblico della creazione. Fu in questo ambiente di confine che il Dio creatore della Bibbia si trasformò in un artista sommo, capace di abbozzare il diagramma del mondo per mutarlo poi nei volumi e nelle superfici della natura. Filone Alessandrino ci offre un saggio decisivo della nuova teoria. Il suo Dio architetto, che disegna il cosmo prima di edificarlo materialmente, deriva dalla speculazione platonica sul mondo delle idee, ma è allo stesso tempo profondamente giudaico. In Filone le tracce divine costituiscono l’archetipo immateriale dell’universo: linee incise su di un invisibile sigillo, che verranno poi stampigliate sulla superficie del reale. È una dottrina ebraica del logos, dove il suggello è la mente di Dio, ma anche il libro sacro, la Bibbia, le cui lettere custodiscono il progetto stesso del mondo. Molto più frammentarie, e avvolte da un alone di mistero, sono le teorie rabbiniche di epoca tardoantica sul segreto della creazione. Eppure, anche nel patrimonio mistico che va tradizionalmente sotto il nome di Opera della creazione e Opera del carro, torna l’idea che Dio abbia delineato un progetto del mondo. Si tratta però di accenni, rapide incursioni in un ambito riservato a un’élite di eruditi. Per i rabbi, il disegno del cosmo era infatti una materia da trattare con cautela, da trasmettere solo a studiosi in possesso di un saldo curriculum. Velato da un linguaggio poetico, ma fondamentale per comprendere la storia della speculazione ebraica sul grafismo divino, è il Sefer yesirah. Questo libricino di poche pagine viene forse da un ambiente ai margini dell’ortodossia rabbinica, in cui dottrine greche si univano a una raffinata sensibilità per i valori simbolici della lingua ebraica. Anche per l’autore del Sefer yesirah, come per Filone, le tracce graffiate da Dio all’inizio dei tempi sono all’origine del reale. Sono incisioni che costituiscono la vera scrittura del gran libro del mondo. È proprio a questa scrittura intagliata nel cosmo che si riferisce l’accezione più antica della parola sefirah, termine chiave del lessico concettuale del Sefer yesirah e dell’intero misticismo ebraico dei secoli seguenti. Le dieci sefirot-scritture sono prove di un logos disegnatore che dà forma al proprio progetto con lievi tratti di aria, acqua e fuoco, prima di tradurlo nella realtà fisica. La dottrina di un intaglio primordiale esercitò un influsso decisivo sui mistici delle età successive.

(da G. Busi, Qabbalah visiva, Torino, Einaudi, 2005, pp. 3-5)*

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.

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