La dimensione spaziale del diritto

Il fondamento artificiale dei confini giuridici

  • Natalino Irti

    Professore di Diritto privato - Università di Roma "La Sapienza"

  • venerdì 16 Gennaio 2004 - 17.30
Centro Culturale

Lo Stato nazional-territoriale è chiuso nella figura geometrica della sfera. Questa chiusura è sì un ‘chiudere’ all’esterno, un’impenetrabilità da fuori verso dentro, ma anche designa un’unità giuridica e politica. L’ambito del politico coincide con l’ambito dello statale, e l’uno e l’altro (che poi non sono due, ma uno) ricevono sul territorio la loro fisica ed esteriore determinazione. La ‘sede’ dello Stato non è già un casuale trovarsi, quasi scegliere un luogo fungibile con altri, ma un vincolo tra associazione di uomini e dimora sulla terra. L’unità, così fondata, si esprime nella sintesi costruttiva di politica e diritto […]. Luogo della politica e luogo del diritto coincidono perfettamente.
Gli scambi economici, per intimo sviluppo e per inesauribile ricerca del profitto, non conoscono i vincoli della territorialità. Essi tendono a svolgersi in qualsiasi luogo: nessun punto della superficie terrestre è escluso o rifiutato. Mentre politica e diritto si rinchiudono nella sfera statale, l’economia freme d’impazienza, guarda oltre le frontiere, abolisce la distinzione tra cittadini e stranieri. Alla chiusa territorialità degli Stati essa oppone l’aperta spazialità; alle lotte dei partiti politici, la neutralità del denaro e del guadagno; all’esclusività dei singoli ordini giuridici, l’inclusività di qualsiasi vantaggiosa regolazione […]. Il moderno capitalismo sempre eccede la determinazione territoriale degli Stati, o per acquisto di materie prime e di macchinari o per impiego di scoperte e invenzioni tecniche o per ricorso al credito straniero. Le merci prodotte hanno, per così dire, un’intrinseca mobilità: esse cercano il bisogno e la domanda dei consumatori. Il diritto degli Stati si trova perciò nella necessità d’inseguire la dilatazione spaziale degli scambi. Gli stessi imprenditori fanno calcoli giuridici, cioè tengono in conto le regole degli scambi e le forme di tutela dei negozi privati. Lo Stato non in altro modo può uscire dal vincolo territoriale che: o mercé accordi con altri Stati, e così generando norme di diritto internazionale; o mercé l’impiego del contenuto di norme straniere: ed è l’ufficio proprio del diritto internazionale privato.
(da N. Irti, Norma e luoghi. Problemi di geo-diritto, Roma-Bari, 2001, pp. 8-10)

Riferimenti Bibliografici


- H. Kelsen, Il problema della sovranità e la teoria del diritto internazionale, Milano, Giuffrè, 1989;*
- H. Kelsen, Teoria generale delle norme, Torino, Einaudi, 1985;*
- C. Schmitt, Il nomos della terra, Milano, Adelphi, 1991;*
- G. Simmel, Sociologia, Milano, Comunità, 1989.*

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

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