L'anima e la tecnica

Nuove responsabilità e rispetto del vivente

  • venerdì 18 Novembre 2016 - 17.30
Centro Culturale

Video integrale

Oggi la scienza e la tecnica, ormai così strettamente associate da condurre molti a parlare di tecnoscienza, hanno urgente bisogno di venire integrate dalla sapienza umanistica e dalla spiritualità, ed è questa visione spirituale della natura, unita alla visione naturale dello spirito, l’unica via in grado di operare tale necessaria integrazione. Occorre una nuova visione della Terra che pensi il nostro pianeta non più come materia inerte assemblata da una serie di circostanze casuali, ma come un immenso e sofisticato ecosistema che deve origine ed esistenza alla logica dell’armonia relazionale, un unico organismo vivente capace di autoregolazione nel quale ogni singolo elemento è interconnesso con ogni altro, così che il battito di ali di una farfalla in Giappone può provocare un uragano nei Caraibi, e l’emissione di continua sporcizia nell’aria può provocare sporcizia e malessere nell’anima. Occorre una nuova visione della natura che veda l’evoluzione non solo come il risultato di mutazioni casuali e di selezione naturale (che pure ci sono e ci saranno sempre) ma prima ancora come risultanza della logica di aggregazione sistemica e della cooperazione che ne scaturisce. Non si tratta di una semplice disputa accademica. È in gioco più in profondità il nuovo stile di vita necessario al nostro tempo per fronteggiare la sfida ecologica: una sfida che non supereremo fino a quando non verrà risanata alla radice l’ideologia che l’ha prodotta, cioè l’estraneità tra materia e spirito, natura e cultura, mondo e mente, una frattura che ci ha condotto a considerare il mondo come mero ambiente esteriore e non come parte essenziale della nostra vita, e la nostra vita come mero caso all’interno di un mondo senza senso. Recuperando l’armonia tra materia e spirito saremo in grado di recuperare anche l’analogia tra mondo e uomo che si trova al cuore delle grandi spiritualità e che Leonardo da Vinci presentava così: «L’omo è detto da li antiqui mondo minore, e certo la dizione è bene collocata».
Occorre una purificazione del nostro modo di pensare, un’«ecologia della mente» che faccia finalmente capire che l’uomo con la sua spiritualità va compreso come un essere materiale, e il mondo nella sua materialità va compreso come un essere spirituale, all’insegna di un’inscindibile complementarietà tra materia e spirito. Il che non significa che tra le due dimensioni dell’essere vi sia perfetta identità, perché un pensiero non sarà mai una pietra e una pietra non sarà mai un pensiero; significa piuttosto che una dimensione ha bisogno dell’altra perché le è da subito strettamente correlata, nel senso che un pensiero senza la materia non potrebbe nascere e la materia porta già in sé nella sua capacità di informazione la traccia del pensiero. […]
Occorre una filosofia in grado di ridare importanza alla dimensione umanistica della vita, perché nel nostro mondo aumentano quotidianamente le conoscenze scientifiche mentre la saggezza e la sapienza rimangono ferme, il che si traduce in aumento del potere tecnologico e in aumento della produzione (il famoso PIL) senza che vi sia un’idea che orienti tutto ciò, a parte, ovviamente, la fame di profitto. La conseguenza è un meccanismo impazzito, paragonabile a una nave priva del pilota e guidata da un cieco macchinista cui interessa unicamente la velocità. Dalla scienza e dalla tecnologia prive di orientamenti etici può sorgere una trappola pericolosissima, anzi questa trappola è già sorta e noi ci siamo finiti dentro. Per uscirne occorre una svolta concettuale: da una visione che individua la logica che presiede all’evoluzione della vita nella cieca casualità e nella competizione per la sopravvivenza a una visione che l’individua nell’aggregazione sistemica.(da V. Mancuso, Questa vita. Conoscerla, nutrirla, proteggerla, Milano, Garzanti, 2015, pp. 134-137)

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.

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