L'arte e il pubblico

Le origini e l'evoluzione dei cataloghi museali

  • venerdì 20 Maggio 2016 - 17.30
Scuola Alti Studi

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In anni recenti sono state realizzate numerose ricerche sulla storia dei musei d’arte in quanto istituzioni, ma si è scritto relativamente poco sulle informazioni che riguardano le loro collezioni, informazioni pubblicate di solito in forma di catalogo a uso dei visitatori. Nel mio intervento proverò a mostrare che queste pubblicazioni possono dirci molto non solo sullo sviluppo della storia dell’arte come disciplina, ma anche su come è cambiata nel corso del tempo la considerazione del pubblico verso l’arte. In particolare, tre sono i punti sui quali vorrei soffermarmi. In primo luogo, va notato che, nonostante dall’inizio del sedicesimo secolo molti italiani benestanti fossero interessati a possedere quadri di artisti celebri, non vi era nel pubblico un desiderio altrettanto forte di vedere opere d’arte esposte o presenti altrove. L’atteggiamento iniziò a cambiare solo alla fine del diciassettesimo secolo e divenne un fenomeno significativo nel diciottesimo, quando si impose, soprattutto in Germania, l’abitudine di visitare i musei d’arte.
In secondo luogo, deve essere considerato che, se etichettare i dipinti in base alla scuola di appartenenza era una pratica comune nel diciottesimo secolo, alla loro datazione era invece riconosciuta un’importanza decisamente minore. I quadri esposti, infatti, erano di per sé esemplari e non aveva importanza se Raffaello precedesse o no Annibale Carracci. I lavori di entrambi gli artisti dovevano essere ammirati per i loro meriti e non essere apprezzati come fasi di un processo di cambiamento storico. In terzo luogo, l’enfasi sulla cronologia emerse solo alla fine del diciottesimo secolo. All’inizio fu riservata ai dipinti cosiddetti “primitivi” e quindi ritenuti di valore estetico limitato; divenne la norma solo quando cambiarono anche i gusti in fatto di arte. La nuova enfasi sulla storia dell’arte condusse inevitabilmente a un inedito interesse per l’attribuzione e per la datazione da parte dei curatori dei musei, che ebbe immediati riflessi nei cataloghi da loro redatti. Tuttavia, tentare di rintracciare questi sviluppi troppo indietro nel tempo, come alcuni studiosi hanno fatto, significa non interpretare in modo corretto quello che accadde realmente.

 

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.

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