Analisi scientifica e sensibilità estetica si coniugano nelle pagine di letteratura ferita che presenterà il dr Benedetto Valdesalici, psichiatra, poeta e cultore di patografia.
La patografia è un ‘eccellente strumento per meglio intendere l’umano nella malattia’ e fu già coltivata da Karl Jasper (il fondatore della moderna psicopatologia), dallo psicofisiologo russo Lurja e, per farsi a tempi più recenti, da Oliver Sacks.
Il dr Valdesalici presenterà pagine che descrivono la malattia, per così dire, dall’interno, pagine che, pur frutto di malattia, sono spesso servite a cicatrizzare quelle ferite che le avevano prodotte (come succede allo spleen letterario che cura l’esistere) e, talvolta. non solo le proprie. Così la malattia come vulnus nel continuum vitale diventa esperienza che accomuna: le memorie di un malato di nervi a Rodez, i versi tubercolotici di Guido Gozzano, l’ospedale tetraparetico di Aprea, le visioni parziali del Diario dell’Alzheimer di Cary Smith Henderson potrebbero essere le nostre memorie, i nostri pensieri, i nostri desideri e, perchè no?, le nostre visioni parziali. Il dolore che sa affrancare come ottundere, il dolore che sa anche uccidere, quel dolore è lo stesso per tutti e ci rende tutti più uomini.
La lettura sarà accompagnata dal violino di Ezio Bonicelli. Diplomato all’Istituto musicale Peri di Reggio Emilia col M° Astorre Ferrari, si è poi specializzato prima a Fiesole col M° Renato Zanetovich e poi a Portogruaro col M° Pavel Vernicof.